Alberto Alessi, curatore del progetto, ha presentato il nuovo allestimento del Triennale Design Museum. La nuova interpretazione curatoriale è centrata sulla sua visione del fenomeno delle "Fabbriche del design italiano" come laboratori industriali di ricerca nel campo delle arti applicate, sul loro ruolo di mediatori artistici tra il mondo del progetto e il mondo del mercato e sulla pratica della "Borderline". Per il progetto dell'allestimento della mostra e del libro-catalogo, edito da Electa, Alberto Alessi si è avvalso della collaborazione dell'artista, performer e ex-designer catalano Martí Guixé.
INFO:
Triennale Design Museum
Quarta edizione
Le fabbriche dei sogni
Uomini, idee, imprese e paradossi delle fabbriche del design italiano
5 aprile 2011 - 26 febbraio 2012
Direttore: Silvana Annicchiarico
Cura scientifica: Alberto Alessi
Progetto di allestimento e progetto grafico di mostra e catalogo: Martí Guixé
Main Partner: Cosmit
Catalogo: Electa
LINK:
www.triennaledesignmuseum.org
www.alessi.com
Di seguito il testo di Alberto Alessi riguardo il suo progetto, gli schizzi di Martí Guixé e le immagini dell'allestimento.
Le Fabbriche dei sogni
Uomini, idee, imprese e paradossi delle fabbriche del design italiano
In tanti anni di attività mi sono appassionato al fenomeno di quelle che chiamo le "Fabbriche del design italiano" e mi sono dedicato a ricercare le ragioni che ne hanno fatto - pur nelle dimensioni quantitative ridotte - un pezzo di rilievo della bandiera del made in Italy.
Il tono della mostra e del libro è quello di un pamphlet che si gioca tra due estremi: da un lato un pensiero teorico dichiaratamente soggettivo ma preciso, derivato dalle riflessioni fatte in questi anni con i grandi autori del design e dall'altro una modalità di trattazione poetica, artistica e favolistica affidata al performer/artista/designer spagnolo Martì Guixé.
In questo pamphlet racconto di come, attraverso le chiacchierate intellettuali con i vecchi maestri e le esperienze sul campo di imprenditore del design italiano, sono arrivato alla visione delle "Fabbriche del design italiano" come laboratori di ricerca nel campo delle arti applicate, cioè del design, che rappresentano un fenomeno molto particolare nella cultura industriale contemporanea che tendo a leggere in contrapposizione con la logica delle "Industrie di produzione di grande serie".
Sostengo che le FDI hanno sviluppato una serie di pratiche molto specifiche di mediazione artistica tra le migliori espressioni del product design contemporaneo internazionale da un lato e il cosiddetto mercato cioè i sogni, l'immaginario del pubblico dall'altro. Il design, inteso come fenomeno squisitamente artistico e poetico, è per noi una autentica missione: una Weltanschauung che sta alla base di tutte le nostre pratiche aziendali. Siamo le ultime eredi spirituali dei movimenti creativi e intellettuali che partendo dalle Arts & Crafts inglesi di Ruskin e Morris di metà ottocento hanno avuto tutte un orientamento che era certamente alla produzione di cose, di prodotti, ma era anche contraddistinto da una forte connotazione sperimentale e culturale.
Il tentativo è quello di illustrare - utilizzando una selezione delle fabbriche e dei progetti fatta ponendo la barra molto alta - la peculiare attività e la natura profonda di queste fabbriche che si muovono lungo la borderline tra il valore funzionale, il valore segnico e il valore poetico delle cose prodotte, e di spiegare come mai da questi laboratori di ricerca (così italiani) esca ancora oggi il miglior design non solo italiano ma anche francese, inglese, brasiliano ecc. ...